La storia di D.

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«18 Luglio 2016. ore 12.00 circa. Non avvertivo la calura di quella mattina afosa partenopea perché stavo per conoscere D. Lo vidi camminare a passo svelto da lontano, lo riconobbi subito, anzi avevo la sensazione di conoscerlo già. Ci sfilammo gli occhiali da sole e appena incrociai il suo sguardo ne rimasi abbagliata: luminoso, limpido, intenso. Seduti al tavolo di un bar iniziamo a parlare e a conoscerci, gli espongo il mio progetto utilizzando queste parole, forse un po’ troppo dirette: «D. credo che la fotografia, così come le parole siano importanti per raccontare la verità, però credo che la transessualità sia, da sempre, raccontata in maniera volgare, eccessiva abituando le menti delle persone a pensare al transessuale come a una prostituta o a un delinquente. Se la comunicazione fosse plurilaterale, le menti saprebbero essere naturali».

Inizia così il percorso che Diletta Allegra Mazza farà assime a D.

reportage D.

 

Una delle “frontiere” sulle quali già da qualche anno nel nostro progetto Varcare la frontiera stiamo riflettendo è quella di “genere”. All’interno del programma di quest’anno ben si inserisce il lavoro di documentazione fotografica di Diletta Allegra Mazza. La fotografa ha seguito D., il protagonista di queste immagini, nel suo percorso di transizione da donna a uomo.Al Magazzino delle Idee a Trieste fino al 30 gennaio 2017 , in occasione del Trieste Film Festival, viene esposta una selezione di immagini di questo – che secondo le parole dell’autrice – «non vuole essere un reportage fotografico di stampo documentaristico, ma un racconto di una vita e di un amore familiare, vuole dare la misura della verità, del sacrificio, della sofferenza e della gioia. L’idea è di dare la libertà a chiunque di essere ciò che si vuole essere, educando le persone all’amore e alla tolleranza».

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Un’utopia? Forse, ma oggi Diletta Allegra Mazza e D., dopo mesi di lavoro e di confronto, si sentono la madre e il padre di questo progetto, che vuole essere da specchio, da porta, da culla a chi vuole semplicemente… essere ciò che realmente è.

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La mostra, a cura di Massimiliano Schiozzi è promossa da Cizerouno nell’ambito del progetto Varcare la frontiera, realizzato con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e in collaborazione con Arcigay Trieste-Gorizia e Arcigay Udine.

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