Stelio Crise, relazioni e corrispondenze

Dopo l’omaggio dedicato a Umberto Saba nel 2007 e la mostra su Bruno Pincherle nel 2008, l’associazione Cizerouno ricorda un’altra personalità di rilievo: Stelio Crise.

Palazzo Gopcevich, via Rossini 4 Trieste

19 giugno – 24 luglio 2011

Scrittore, critico letterario, animatore della vita culturale triestina dal 1946 al 1991, Stelio Crise (Trieste 1915-1991) è prima di tutto bibliotecario. Ha un amore totalizzante per il libro che stimola tutte le sue attività fino a diventare tramite nei rapporti con gli altri. La mostra illustra le relazioni e i legami, ma anche le più profonde corrispondenze di sentimenti e di affetti tra Crise e le tante personalità della cultura. È suddivisa in sezioni come dei capitoli di un libro, dove affiora il ritratto di un intellettuale la cui opera è illuminata da lettere, foto, scritti, oggetti e, naturalmente, da tanti e tanti libri.


La vita e la guerra
Sono gli anni della sua formazione tra Trieste e Firenze. Poi il servizio militare e la partecipazione alla campagna di Russia, testimoniata dalle lettere al fratello Giordano.

Cultore di libri
Crise è direttore della Biblioteca generale dell’Università e poi di quella del Popolo. Il culto del libro lo coinvolge in modo totale: nascono diversi rapporti di amicizia con editori e tipografi italiani. Cura la collana “Sollecitazioni” di argomento bibliografico e pubblica diversi contributi di biblioteconomia.

Trieste, invenzione della mia anima
Negli anni dell’occupazione alleata Crise si batte per il ritorno di Trieste all’Italia. Dimostrerà in quegli anni rispetto per il mondo slavo. Le biblioteche slovene stimolano la sua curiosità e a tal proposito scriverà Un mondo da studiare. È interlocutore discreto dei sindaci Bartoli, Franzil, Spaccini e Cecovini. Non credente, sarà legato da sincero affetto agli arcivescovi Santin, Bellomi e Ravegnani.

Salotto triestino
Ha rapporti con Umberto Saba, Giani Stuparich, Virgilio Giotti, Anita Pittoni. Nel 1946 nasce il profondo legame affettivo e intellettuale con Biagio Marin, di cui rimane un intenso scambio epistolare. All’interno della Biblioteca del Popolo crea il territorio privilegiato per la cultura triestina, dove si consolidano le sue amicizie con Fulvio Tomizza, Marcello Mascherini e Manlio Malabotta.

È tornato Joyce
Il libro elaborato da Bruno Chersicla e Stelio Crise, È tornato Joyce, descrive le persone entrate in contatto con lo scrittore irlandese nella Trieste di inizio Novecento. Tuttavia, il contributo joyciano più articolato di Crise è Epiphanies & Phadographs. Joyce e Trieste, che lo ha fatto conoscere in Italia e all’estero.

All’insegna del pesce d’oro
Grande amicizia e stima legano Crise all’editore Scheiwiller per quasi quarant’anni; Crise diventerà il suggeritore occulto di tante pubblicazioni della collana “All’insegna del pesce d’oro”. Molti degli scritti non hanno certo bisogno del suo sostegno per essere pubblicati, ma Scheiwiller si confida con lui per trarne giudizi o rinforzare convinzioni. Grazie ai tanti libri di ambito triestino proposti da Crise, l’editore milanese talvolta verrà scambiato per “triestino”.

La fausta ricorrenza in “Pensatoio”
La fausta ricorrenza è il romanzo incompiuto ambientato tra Sicilia e New Orleans che terrà occupato Crise negli ultimi vent’anni di vita nel suo studio, il “Pensatoio”. È il gioco estraniante di uno scrittore che predilige le forme minime e le concatenazioni fatte di rimandi narrativi dove vari sono i percorsi di studio e innumerevoli le palestre di scrittura.

Gli amici dell’arte
Intellettuale senza confini, si appassiona alle attività di tanti amici pittori e scultori. Scrive il numero maggiore di contributi critici per Marcello Mascherini. Crede nei segni grossi, larghi e mai grossolani che sgorbiano da parte a parte le tele di Bruno Chersicla. I tanti artisti con cui entra in contatto gli regalano i frutti della loro arte che Crise conserverà in un’ideale galleria degli amici.
Altri interpretano il suo volto, ritraendolo.

Relazioni e corrispondenze
Crise entra in empatia specie con chi emerge nel mondo delle lettere. I suoi interlocutori sono, tra gli altri, Riccardo Bacchelli, Giuseppe Ungaretti, Alfonso Gatto, Vittorio Sereni, Geno Pampaloni, Pier Paolo Pasolini, Libero de Libero, John Dos Passos, Rodolfo Usigli, Èrico Verissimo, Giuseppe Prezzolini. Le sue numerosissime lettere sono sempre improntate al più sincero affetto, quello stesso che Crise aveva elargito senza condizioni, ma che forse, con pudore, aveva pure cercato.

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