#MareNostrumTrieste

Domenica 19 aprile 2015. Un peschereccio, strapieno di persone, si capovolge nella notte. Si temono oltre 900 vittime, di cui 50 bambini. Renzi convoca il Consiglio dei Ministri e chiede all’Europa un vertice straordinario.

L’ennesimo naufragio si rivelerà la sciagura più grave di sempre, maggiore della tragedia del 3 ottobre 2013, quando un barcone si rovescia nel Canale di Sicilia, provocando la morte di 366 persone. L’allora Primo Ministro Letta autorizza l’operazione Mare Nostrum per il rafforzamento delle coste italiane. Con un costo di 9,5 ml di euro al mese, Mare Nostrum salverà più di 100.000 persone nell’arco di 12 mesi.

Mare Nostrum verrà sostituito dal governo Renzi con l’operazione Triton, partita il 1 novembre 2014, che prevede il pattugliamento entro le 30 miglia dalla costa, a differenza delle 170 miglia di prima. Il solo naufragio del 19 aprile supera i 500 morti accertati durante l’intero anno di Mare Nostrum.

Ecco dunque che l’installazione Mare Nostrum, ideata da Emmanuele Panzarini, sul canale di Ponterosso a Trieste, entra in modo preponderante nella discussione pubblica e politica. L’intervento, realizzato nell’ambito della rassegna Varcare la frontiera, affronta il tema del mare come frontiera da varcare e come comun denominatore delle diverse città e tratti di costa da dove migliaia di immigrati sbarcano in Italia.

Trieste, da sempre città di immigrazione ed emigrazione, città che ha avuto nei momenti di accoglienza delle diversità i suoi momenti più alti, come testimonia anche la chiesa serbo-ortodossa affacciata sullo stesso specchio d’acqua del canale di Ponterosso, con questo intervento di arte pubblica evoca plasticamente le tragedie che avvengono nel Mediterraneo.

Nel punto più a nord del Mare Adriatico, in un città che ha nel rapporto con il mare e con l’estate uno dei suoi tratti peculiari e identitari, il materassino gonfiabile dai colori accesi delle vacanze, dell’estate e della spensieratezza viene segnato da un profilo nero.

L’installazione, visibile dal 15 maggio al 15 giugno 2015,  cattura da lontano lo sguardo in una distesa di colori sgargianti e come un miraggio estivo più ci avviciniamo e più le silhouette nere ci mettono a disagio, muovendo in noi sconcerto, perplessità e domande.

 

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